“Ciò che è in superficie va ben oltre a quello che il nostro sguardo può vedere”.
(A. T. Beck)
La Terapia Cognitivo Comportamentale / Psicoterapia Cognitivo Comportamentale (TCC) è una psicoterapia sviluppata negli anni ’60 da A.T. Beck e oggi applicata nel lavoro clinico da buona parte degli psicoterapeuti in Europa e nel mondo. È, infatti, una terapia supportata da sostanziali evidenze empiriche.
Si tratta di una terapia strutturata (pur variando in relazione al singolo paziente), direttiva (il terapeuta assume attivamente il ruolo di “consigliere esperto”), limitata nel tempo (cambiamenti significativi sono attesi entro i primi sei mesi) e orientata al presente (è volta a risolvere i problemi attuali, senza dimenticare le cause che generalmente hanno origine nell’infanzia).
La Terapia Cognitivo Comportamentale è una terapia adatta al singolo individuo, alla coppia e al gruppo. È validata empiricamente sia con adulti che con bambini e adolescenti.
I 10 principi base della Terapia Cognitivo Comportamentale
1) la Terapia Cognitivo Comportamentale si fonda su una formulazione e concettualizzazione in termini cognitivi dei problemi del paziente.
Si parte cioè dai pensieri e dai comportamenti attuali della persona per poi risalire ai fattori scatenanti e ai modelli chiave, appresi durante l’infanzia, di interpretazione della realtà. Il primo passo consiste nel rintracciare i pensieri automatici, le credenze intermedie (valori, regole e assunzioni) e le credenze di base più profonde, che hanno portato all’insorgenza e al mantenimento del problema;
2) la Terapia Cognitivo Comportamentale sottolinea l’importanza di una solida alleanza terapeutica.
É essenziale la creazione di una relazione basata su calore, empatia, cura, rispetto sincero e competenza;
3) la Terapia Cognitivo Comportamentale enfatizza la collaborazione e la partecipazione attiva del paziente;
4) la Terapia Cognitivo Comportamentale è orientata all’obiettivo e focalizzata sul problema.
Paziente e terapeuta fissano insieme gli obiettivi cercando, di volta in volta, di valutare cosa blocca il loro raggiungimento;
5) la Terapia Cognitivo Comportamentale inizialmente si focalizza sul presente.
Si parte dai problemi attuali e dalle specifiche situazioni dolorose, dal qui e ora, per poi spostare l’attenzione verso il passato al fine di capire come e quando si sono originate importanti idee disfunzionali e come queste idee influenzano il paziente oggi;
6) la Terapia Cognitivo Comportamentale insegna al paziente a essere il terapeuta di se stesso e si concentra sulla prevenzione delle ricadute;
7) la Terapia Cognitivo Comportamentale mira ad essere limitata nel tempo.
L’obiettivo iniziale è quello di fornire sollievo dai sintomi, aiutare i pazienti a risolvere i loro problemi e insegnare delle abilità per prevenire le ricadute da utilizzare per il resto della vita. Tuttavia, non tutti i pazienti fanno progressi in pochi mesi, in alcuni casi saranno necessari più anni di terapia;
8) la Terapia Cognitivo Comportamentale è caratterizzata da sedute strutturate.
La struttura include una parte introduttiva, una parte intermedia dove discutere gli argomenti all’ordine del giorno e dove si lavora insieme sugli homework fatti durante la settimana e una parte finale in cui si chiede sempre un feedback al paziente. Seguire questo formato rende il processo di terapia più comprensibile al paziente;
9) la Terapia Cognitivo Comportamentale insegna ai pazienti a riconoscere, valutare e rispondere ai loro pensieri e alle loro credenze disfunzionali;
10) la Terapia Cognitivo Comportamentale utilizza una molteplicità di tecniche per modificare il modo di pensare, l’umore e il comportamento.
Il terapeuta seleziona di volta in volta le tecniche adatte alla persona in base agli obiettivi stabiliti insieme.
Per quali disturbi è indicata la Terapia Cognitivo Comportamentale?
Numerosi studi hanno dimostrato che la Terapia Cognitivo Comportamentale è indicata nel trattamento di una vasta gamma di disturbi psicologici:
- la depressione
- l’ansia e gli attacchi di panico
- il disturbo ossessivo-compulsivo
- le fobie
- i disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, obesità psicogena)
- le forme di stress post-traumatico (trauma emotivo e fisico/sessuale)
- i disturbi del sonno
- i disturbi da dipendenza da alcool, droghe, affettiva, sessuale e da internet
- le disfunzioni sessuali
- i problemi di coppia
- i disturbi di personalità
- il disturbo bipolare e la schizofrenia (combinata alla somministrazione appropriata di farmaci)
Durata della Terapia Cognitivo Comportamentale
Il tempo della terapia non è quantificabile a priori. Alcune persone restano in terapia per un periodo molto breve, appena sei-otto sedute, altre alcuni mesi, altre ancora più di un anno. Questo dipende dalla gravità del problema e dalla motivazione del cliente.
Come si sviluppa il processo terapeutico?
Le prime sedute sono rivolte alla conoscenza delle problematiche e delle difficoltà del cliente e alla costruzione della relazione terapeutica.
In fase di anamnesi (assessment cognitivo e comportamentale) vengono utilizzati, oltre al colloquio clinico, dei test psicodiagnostici al fine di valutare lo stato emotivo, ricostruire le esperienze salienti della vita e definire i problemi attuali e gli obiettivi da raggiungere.
Una volta definiti caso e diagnosi clinica, il terapeuta illustrerà i principi teorici e le finalità della terapia, spiegherà brevemente le tecniche che verranno utilizzate, nonché i tempi, i costi e le probabilità di successo della terapia, per quanto possibile.
In un secondo momento propone al cliente un contratto terapeutico, in cui sintetizzerà le sue valutazioni, prospetterà al cliente le sue ipotesi, formulerà delle interpretazioni degli eventi e condividerà la concettualizzazione cognitiva e comportamentale del caso.
Traccerà quindi, un progetto terapeutico, con strategie e obiettivi concreti, utili e possibili, connessi con i problemi esplicitati dal cliente e coerenti con le sue aspettative.
Si procederà, poi, all’intervento terapeutico vero e proprio, in un clima di fiducia e di orientamento positivo al cambiamento.
Verso la conclusione della terapia, quando la persona si sentirà meglio, la frequenza delle sedute potrà essere diradata nel tempo fino alla fine. Potranno poi seguire delle sedute di richiamo (follow-up) a tre, sei e dodici mesi dalla conclusione della terapia.
Le tecniche utilizzate in una Terapia Cognitivo Comportamentale
Gli interventi di Terapia Cognitivo Comportamentale si fondano sull’uso di un gran numero di tecniche mirate a modificare comportamenti, emozioni e cognizioni non funzionali. Esse derivano dall’unione del modello cognitivo con il paradigma comportamentale e includono: il problem-solving, il decision-making, gli esperimenti comportamentali, il monitoraggio e la programmazione delle attività, la distrazione e la rifocalizzazione, le tecniche di rilassamento, l’esposizione graduale enterocettiva e in vivo (ad esempio, per il disturbo di attacchi di panico) e l’esposizione con prevenzione della risposta (per il disturbo ossessivo-compulsivo), il role-playing, il training assertivo, e molte altre ancora. Al paradigma cognitivo appartengono: la ristrutturazione cognitiva, l’uso delle interpretazioni alternative e dei counter, le coping card, la tecnica della freccia discendente, l’analisi dei vantaggi e svantaggi, il continuum cognitivo, l’agire “come se”, il dialogo socratico, ecc.
La Terapia Cognitivo Comportamentale prevede, inoltre, dei protocolli e delle linee guida specifiche mirate al trattamento dei singoli disturbi psicologici.
Dovrò assumere dei farmaci?
L’utilizzo adatto di psicofarmaci non è escluso nella Terapia Cognitivo Comportamentale, anzi, per alcuni disturbi specifici, la terapia risulta più efficace se abbinata all’assunzione di farmaci. Ciò dipenderà dalla natura e dalla gravità del disturbo lamentato dal cliente.
In alcuni casi, quindi, il terapeuta potrà ritenere utile un consulto psichiatrico/neurologico.
Come capirò se la terapia sta funzionando?
La maggior parte delle persone che intraprende un trattamento psicoterapico prova un miglioramento già entro le prime tre-quattro settimane dall’inizio della terapia, a patto che frequenti le sedute con costanza e motivazione.
I benefici della terapia potranno essere verificati attraverso la somministrazione periodica di alcuni test volti a misurare lo stato emotivo del cliente.
Tratto da “Terapia cognitiva. Fondamenti e prospettive” di Judith S. Beck, edito in Italia da Mediserve (Napoli, 2002).